La proprietà ha minacciato la chiusura, ma un accordo tra le parti è stato raggiunto e dovrebbe ricevere l'approvazione finale da parte dello staff dei giornalisti. Riduzione degli stipendi, prepensionamenti , allungamento dell'orario lavorativo, rinuncia al posto a vita ( un privilegio che la dice lunga su quello che erano i giornali nel passato e quello che sono diventati oggi) sono alcune delle misure previste per fronteggiare la crisi della storica testata. Non è detto, però, che la ristrutturazione e ridimensionamento previsto dall'accordo non sia che un anticipo a una futura cessione, come lasciano trasparire alcuni commenti della stampa americana.
Come dimostra la storia del Globe il problema maggiore e sempre più comune è l'insostenibilità delle attuali strutture editoriali nel fronteggiare il cambiamento imposto da internet. Le attività online hanno una debolezza intrinseca causata da un aggravamento delle condizioni del mercato in generale. Come si afferma nella ricerca Ejo per i prossimi anni si prevede che la quota di investimenti pubblicitari sui giornali americani (online + offline) possa subire un crollo del 42,5%.... La contrazione prevista nel 2009 è del 15,9% per un giro d'affari complessivo di 31,9 miliardi di dollari e nel 2012 si dovrebbe ridurre a 28,4 miliardi, una cifra di poco superiore alla metà dei 49,4 miliardi investiti nel 2005, anno di massima espansione del fatturato pubblicitario. Significa che ogni anno vengono drenati miliardi di dollari dall'industria dei giornali, un fenomeno che compromette seriamente la vita di molte testate le quali si trovano sempre più spesso a decidere il proprio futuro in termini di drastico ridimensionamento e/o passaggio all'online.
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