04 giugno 2009

Murdoch e contenuti a pagamento. Al Sunday Times le prime sperimentazioni

Rupert Murdoch, nonostante avesse in passato espresso la volontà di cancellare la formula a pagamento dal WSJ, si dice ora convinto della necessità di estendere il modello a pagamento a gran parte dei giornali online di proprietà di News Corporation. Tra questi, Il New York Post, negli Stati Uniti, e il Times e il Sun in Inghilterra. Una misura, dice Murdoch, che vuole essere una risposta al dilagare di un modello di business, fondato sull'accesso gratuito, non più sostenibile. 

Il ragionamento di Murdoch è semplice: i giornali, a differenza di quanto si ipotizzava fino a qualche tempo fa, non possono sostenere i costi delle attività online affidandosi unicamente alla pubblicità. Non solo, ma la crisi della carta stampata determina progressivamente una difficoltà finanziaria che si riflette inevitabilmente anche sull'online, poiché quest'ultimo è vissuto e vive  grazie alla sussidiarietà dei proventi della carta. 

Impresa impossibile? La prima iniziativa coerente con un modello di business di questo tipo è già stata avviata e potrà costituire una sorta di test prima che venga estesa a molti dei giornali di proprietà di Murdoch. A breve l'edizione della domenica del Times (un milione 200 mila copie vendute ogni settimana) , ospitata online all'interno del sito della testata, verrà separata e portata su un sito dedicato il cui accesso non sarà completamente libero. I meccanismi di pagamento che verranno messi in atto sono ancora oggetto di discussione, ma è interessante notare che la politica che verrà adottata prevederà vari livelli di diversificazione con una logica protezionistica nei confronti degli attuali lettori della versione offline. Nulla di tutto questo potrà salvare i giornali dalla condizione disperata in cui si trovano dice Jaff Jarvis, l'unica cosa da fare è che egli editori procedano a un rinnovamento strategico coerente le regole del nuovo mercato di internet.


02 giugno 2009

Il crollo dei ricavi pubblicitari

Se nel 2008 la diminuzione degli investimenti pubblicitari aveva procurato un vero e proprio tracollo nei ricavi dei giornali americani -  le perdite erano state del 17,7% sulla carta e dell'1,8% sull'online, vedi NAA - i risultati del primo trimestre sono devastanti.  la flessione, o meglio il crollo, è stato del 29,7% su carta e del 13,4% sull'online, il peggior trimestre mai registrato nella storia della stampa americana. 

Ciò significa, come ipotizza Alan Mutter, che il 2009 si possa chiudere con un fatturato complessivo di 30 miliardi di dollari, una bella differenza rispetto al 2005 quando le cifre in gioco ammontavano a 49 miliardi. Occorre andare indietro di quasi vent'anni, all'inizio degli anni novanta, per trovare un fatturato equivalente a quello che si presume possa essere quello del 2009. E la sostenibilità dei giornali online si fa sempre più critica considerato che la pubblicità su web sarà ampiamente sotto i 3 miliardi di dollari raccolti nel 2008.