24 maggio 2009

Chi è disposto a pagare?

Imperversa il dibattito sull'accesso a pagamento. Carlo De Benedetti interviene sul Sole 24Ore dove viene pubblicata anche una bella analisi da parte di Luca De Biase. In linea generale si afferma che il modello a pagamento possa avere un riscontro positivo solo nel caso che l'informazione prodotta online sia di qualità, abbia un carattere di eslusività, insomma, sia originale e interessante. Come esempio virtuoso di questo modello viene sempre citato il solito Wall Street Journal. Ma siamo sicuri che una formula di questo genere possa essere applicata a un giornale medio? Ho molti dubbi e per una serie di ragioni:

  • L'interesse a un accesso a pagamento è prevalentemente limitato al bacino di lettori che attualmente compra la copia cartacea. E soltanto una percentuale di questi potrebbe prendere in considerazione un costo aggiuntivo per accedere al web. Per due semplici ragioni: la percentuale più consistente del giornale ha una età media superiore ai 50 anni e quindi meno sensibile e meno disposta a utilizzare internet; e tra coloro che sono predisposti all'utilizzo di internet la disponibilità a pagare per l'online dipende fortemente dalla differenziazione di informazione disponibile su carta e online, se i due si equivalgono, perché pagare?

  • Il traffico sui giornali online è per il 70% generato dai motori di ricerca. Ciò vuol dire che l'attuale frequentazione dei siti web avviene per criteri di ricerca, mirati all'individuazione di poche e specifiche notizie. Un'attitudine che si traduce in una scarsa disponibilità nell'accettare un servizio a pagamento poiché quello che si consuma in volume di approvvigionamento di informazione e notizie per uno specifico giornale è molto limitato.

  • Il tempio medio di lettura di un accesso online è di pochi minuti, troppo poco per prendere in considerazione un pagamento. L'abbondanza di notizie generata dal modello internet ha creato di fatto una atomizzazione e polverizzazione nel modo di accedere alle notizie e, al di là di poche eccezioni, una più superficiale lettura degli articoli e delle notizie. Uno studio della McKinsey (McKinsey, Reshaping Publishers for Digital) rivela per esempio che tra i il tempo medio di lettura più alto del visitatore online è di 8,7 minuti per il Daily Mail, di 5,4 minuti per il Guardian e 3,3 minuti per il Times.  

3 commenti:

Anonimo ha detto...

La ringrazio per Blog intiresny

Anonimo ha detto...

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Anonimo ha detto...

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